LAMENTO

Pubblicato da FLAVIO |


Ero poco più che ragazzino,
quel 23 maggio 1992 quando la terra di Sicilia tremò, e il cemento dell'autostrada A29 si trasformò di un lampo in tomba per il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro.
Gli esecutori materiali della strage, compiuta con 500 Kg di tritolo furono almeno 5, di cui l'azionatore del telecomando il noto Giovanni Brusca.
Purtroppo, ancora ad oggi, a distanza di 16 anni, non ci è possibile conoscere i mandanti della strage.
Le indagini eseguite in tale proposito, infatti, non hanno mai portato alla verità.
Secondo alcune solide indiscrezioni molti indizi relativi ai mandanti sarebbero stati tenuti segreti poiché, se divenuti di pubblico interesse, avrebbero portato ad una grave instabilità della democrazia in Italia.
Ne sono testimonianza i sopralluoghi effettuati nel covo dove fu catturato il boss Totò Riina: dopo l'arresto, infatti, molti documenti sparirono senza mai essere ritrovati.
Giovanni Falcone, quindi.

Falcone come Borsellino sterminato nello stesso modo il 19 luglio dello stesso anno.
Un servitore dello stato lasciato solo fatto esplodere come un pupazzo con una carica di tritolo.
Ricordo poco di quel periodo.
Momento molto difficile per l'Italia Intera, che viene però destata in un colpo solo.
Uno dei giudici più coraggiosi e più tenaci, ridotto a brandelli di pelle all'interno della sua auto, scaraventata in aria e accartocciata su se stessa.
Uno dei ricordi più vivi è il funerale, il dolore della moglie dell'agente Schifani che fece un appello agli autori della strage. Straziante.
" A nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo stato, chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia. Adesso, rivolgendomi soprattutto agli uomini della Mafia, perchè ci sono qua dentro, ma anche non ... ma certamente non cristiani, sappiate, che anche per voi c'è possibilità di perdono.
Io vi perdono, però dovete mettervi in ginocchio, a avere il coraggo di cambiare ".
Il giorno dei funerali, giorno di pioggia, ci fu anche una rivolta contro i politici presenti.
E proprio dalle parole della vedova di Vito Schifani, una delle nostre maggiori cantautrici, Gianna Nannini, trasse ispirazione per quella che io reputo una delle sue più belle canzoni :
" Lamento "

Ce l'ho con te bello sei nato e bello sei dannato
mi sono messa a scrivere il tuo nome
non ho potuto dolce anima mia
la penna mi siè rotta dla dolore
e la vita è un lampo a volte un giorno soltanto
e la notte ubriaca di stelle in città
tu sei il mio tormento io mi lamento
ce l'ho con te ce l'ho con te
giovane bello giovane d'onore
ce l'ho con te lo so che avevi un mondo da scoprire
bello sei nato per farmi morire
lo so mche tu c'hai un cuore solamente
e come fai a contentarne tante
e la vita è un lampo a volte un giorno soltanto
e la notte ladra di stelle in città
dimmi dimmi per te morirei
dimmi dimmi e ti inginocchierai
dimmi dimmi per te morirei
dimmi dimmi e allora scenderai
tra le mie braccia ce l'ho con te
se morta tu mi vuoi dammi il veleno
ce l'ho con te ed io lo porterò con la mia mano
dimmi dimmi dimmi di chi sei
scendi scendi e ti inginocchierai
tra le mie braccia
ce l'ho con te
giovane bello e giovane d'onore ce l'ho con te

Il post di oggi è dedicato a tutte le vittime innocenti della mafia, e a quelle persone che hanno sacrificato la vita in nome di un ideale. Oggi, e per sempre.


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1 commenti
  1. Anonimo 25 maggio 2008 alle ore 23:43  

    Un uomo e un esempio di vera giustizia che ormai non c'e' piu'.

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