IL TERZO MONDO IN CASA NOSTRA

Pubblicato da FLAVIO |


Antonio Schiavone, 36 anni, sposato, 3 figli : morto ustionato
Angelo Laurino,43 anni, sposato, 2 figli : Ustioni gravi sul 95% del corpo
Roberto Scola : 33 anni,sposato,2 figli : ustioni gravi sul 90% del corpo
Bruno Santino, 26 anni : ustioni gravi su oltre il 96% del corpo
Giuseppe De Masi : Ustioni gravi su oltro il 90% del corpo
Rosario Rodinò : ustioni gravi su oltre il 95% del corpo
Rocco Marzo, sposato, 2 figli : ustioni gravi su oltre l'80% del corpo

Non stiamo parlando di guerra, neanche di attentati, bombe o incidenti stradali.
Stiamo parlando di un morto e sei feriti gravi sul posto di lavoro.
Un intero reparto di una fabbrica prende fuoco, ma visto che la fabbrica tra pochi mesi doveva essere chiusa mancano tutti i più elementari accorgiementi di sicurezza.
Idranti chiusi, estintori fuori uso, telefoni bloccati.
Un immensa nuvola di fumo nero che si erge su una città, torce umane che cercano scampo tra la nebbia, il calore che sfinisce, la disperazione dei compagni fuori che contano i dispersi.
E non siamo nel terzo mondo, non siamo neanche in Cina : Siamo in Italia, a Torino.
Succede che 7 famiglie, a pochi giorni dal natale si trovano a piangere i loro cari.
Succede che ci sono mogli che dovranno spiegare ai loro piccoli che papà stasera non torna, e neanche domani e che prima o poi dovranno spiegare loro che papà è in cielo perchè la totale mancanza di buon senso e di regolamenti lo ha portato via lambito dalle fiamme.
La ciità ha dichiarato lutto cittadino, adesso i politici si ridanno battaglia sulla sicurezza sul posto di lavoro.
Parole inutili, gettate al vento per un paio di giorni, poi, quando la notizia sarà passata di moda, tutto tornerà come prima.
E non è una opinione, è una certezza.
La stessa fabbrica due anni fa aveva avuto un incidente analogo e la legge aveva stabilito che si trattava di disastro colposo.
Eppure, l'altra notte, per una serie di inefficenze del sistema antincendio 6 persone saranno menomate a vita e un'altra ha cessato di vivere.

Roberto Scola è arrivato al cto ( il più grande ospedale cittadino ) perfettamente cosciente, in grado anche di parlare.
I primi medici che lo hanno visitato lo hanno trovato in lacrime e urlante : " salvatemi, ho due bambini piccoli "
Le possibilità che Roberto ha di salvarsi sono pari a zero.
Roberto ha ustioni di terzo grado su tutto il corpo.
In questi casi, spiegano i medici le terminazioni nervose muoiono, il paziente quindi smette di avvertire dolore anche se il suo corpo è completamente compromesso, un'anestesia totale mentre tutti gli organi interni collassano.
Roberto ora è sedato, coma farmacologico, gli viene data aria con un respiratore.
Gli ultimi colleghi che lo hanno visto all'interno della fabbrica lo descrivono come una torcia umana, in una fuga impossibile. Del suo corpo rimangono integri solo due lembi di pelle : le piante dei piedi.
Per i medici ci vuole un miracolo.

Il nostro miracolo invece, sarebbe avere una classe dirigente in grado di fare regole e soprattutto in grado di farle rispettare.
In grado di far si che in una fabbrica ci siano estintori e uscite antincendio, insomma che ci sia umanità.
Nel 2008 non si può andare a lavorare 12 ore al giorno per SOPRAVVIVERE e trovare la morte proprio lì dove si cercava la vita.
Perchè a questo punto, sarebbe stato meglio morire di fame, tutti insieme, con la propria famiglia.
Famiglia che non può avere pace, che non potrà mai capire quello che è accaduto.
Perchè nessuno potrà mai spiegare a nessuno come sia possibile che nel ventesimo secolo si muoia ancora su un posto di lavoro.


AGGIORNAMENTO DEL 07 DICEMBRE 2007 ORE 21
Dopo Antonio Schiavone, 36 anni, che abitava a Envie (Cuneo) con moglie e tre figli piccoli, il più vicino alla linea 5 dell'impianto di trattamento termico dove si è sviluppato l'incendio, stamattina, poco prima delle sette, è morto Roberto Scola, 33 anni, che era stato ricoverato all'ospedale cto, mentre nel pomeriggio, al San Giovanni Bosco, Angelo Laurino, 43 anni, stato stroncato da un'insufficienza multiorgano. Entrambi avevano ustioni di terzo grado sul 95% del corpo.

AGGIORNAMENTO DEL 07 DICEMBRE 2007 ORE 23
C'e' una quarta vittima nel rogo della Thyssenkrupp: è Bruno Santino deceduto al Cto di Torino. L'operaio, che aveva 26 anni, era stato da poco trasferito al centro grandi ustionati.


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