ELUANA LIBERA

Pubblicato da FLAVIO |



Era il 18 gennaio 1992 quando Eluana Englaro, a seguito di un incidente stradale
fu attaccata ad una macchina che le permette di nutrirsi e di vivere in maniera del tutto artificiale.
16 anni di lotte a forza di carte bollate, processi, corsi e ricorsi.
Da parte di un padte, che giorno dopo giorno ha amorevolmente assistito il corpo della figlia,
in nome di quella stessa figlia che in vita, aveva più volte fermamente dichiarato di voler morire in caso di coma vegetativo.
16 anni di lotte, in un paese tra le 8 più grandi potenze mondiali che nega, in nome di non si capisce bene cosa la libertà più indispensabile : quella di morire.
Ma finalmente, ieri, la corte d'appello civile di Milano ha autorizzato la sospensione del trattamento dichiarando che si tratta di una decisione inevitabile, data la ormai conosciuta ferma volontà della ragazza di non essere tenuta in vita in stato vegetativo, e il protrarsi della situazione clinica.
Il padre della ragazza, che non ha mai parlato di eutanasia ma di libertà si è chiuso in casa e con il curatore ufficiale, l'avvocato che l'ha affiancato in questa causa, penserà se e quando staccare il sondino che tiene in vita la ragazza.
Infatti, per quanto la sentenza dichiari che l'azione di sospensione delle macchine possa avere effetto immediato, c'è la possibilità che la procura faccia ricorso entro i 60 giorni stabiliti dalla legge.
Da parte della chiesa, ovviamente, ci sono subito state dichiarazioni molto forte e dure.
Si definisce la decisione dei magistarti come inammisibile e contraria al rispetto della vita e del suo valore.
E chiede che la procura impugni la sentenza seduta stante.

La morte della ragazza dovrà seguire delle istruzioni precise, scelte dalla corte ed illustrate nell'ultima pagina della sentenza :
Nel paragrafo intitolato "disposizioni accessorie cui attenersi in fase attuativa", i giudici scrivono: "(...) in accordo con il personale medico e paramedico che attualmente assiste o verrà chiamato ad assistere Eluana, occorrerà fare in modo che l'interruzione del trattamento di alimentazione e idratazione artificiale con sondino naso-gastrico, la sospensione dell'erogazione di presidi medici collaterali (antibiotici o antinfiammatori ecc.) o di altre procedure di assistenza strumentale avvengano in hospice o altro luogo di ricovero confacente. (...) Durante il periodo in cui la sua vita si prolungherà dopo la sospensione del trattamento e in modo da rendere sempre possibili le visite, la presenza e l'assistenza, almeno dei suoi più stretti familiari".

Sentenza quindi, destinata a fare scuola anche nell'ottusa Italia governata ancora troppo dalla chiesa e dal Papa.

Ai cattolici contrari all'eutanasia, e ai preti, da buon NON cattolico quale sono, auguro solamente di rimanere in stato vegetativo quel tanto che basta a far capire loro cosa si deve provare a
"non vivere "

Addio Eluana, ora sei libera !


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4 commenti
  1. Anonimo 10 luglio 2008 alle ore 11:53  

    Speriamo che proceda tutto bene e che a nessuno venga in mente di impugnare la sentenza come ha detto mons. Fisichella.

  2. Anonimo 19 luglio 2008 alle ore 00:30  

    Io pure sono favorevole alla sentenza dei giudici.

  3. Anonimo 15 novembre 2008 alle ore 12:16  

    Le sentenze della Cassazione non sono impugnabili,l'ultimo atto è stato scritto.

  4. Anonimo 15 novembre 2008 alle ore 14:45  

    Ora bisogna vedere se c'è qualcuno che si degna di ospitarla per la morte assistita e la smetta di dare ancora seguito ad una storia durata anche troppo ....

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