Ci sono persone che nella vita hanno imparato un mestiere
messo da parte l'arte e hanno sfruttato solo quella

Ci sono persone che si sono fossilizzate su una cosa e da lì non si smuovono.

Altre invece , hanno imparato a sperimentare e reinventarsi.

Proprio come Luciana Littizzetto,
che da diplomata al conservatorio ha scelto la strada dell'insegnamento
per poi buttarsi nella recitazione e nel cabaret.

Tuttavia, per il suo modo di affrontare gli argomenti
con sagacia e pungente ironia
mi capita di stupirmi ancora, quando leggo articoli da lei scritti
in sui di ironico non c'è assolutamente nulla.
Articoli come quello che oggi vi propongo tratto da QUI
in cui la nostra amata Luciana senza giri di parole dice quello che deve dire
senza falsi perbenismi e senza peli sulla lingua.

Perchè le denuncie sociali sono importanti ,
e se portate avanti da persone come lei fanno ancora più effetto
come un ceffone in pieno viso.

Brava Luciana.

Da " Il pensiero debole " di Luciana Littizzetto

Ho bisogno di un piacere. Un piacere personale.
Ho bisogno che qualcuno mi faccia un decreto,
magari in tre giorni come va di moda adesso.
Vorrei un decreto che obblighi lo Stato e le amministrazioni comunali
a somministrare idratazione e nutrimento ai barboni.
No, perché ne è morto un altro e solo a Milano dall'inizio dell'anno fanno otto.
Otto persone non sono poche.
No, perché, sa, stiamo tanto a parlare della vita,
a difendere la vita ai moribondi e poi ci crepano sotto gli occhi
quelli vivi e vegeti e non facciamo un plissé.
Ecco, sono sicura che i barboni gradirebbero una bella flebo di branzino...
pagata dalla Asl magari...

Ma come mai i clochard non interessano a nessuno?
È perché tanto non votano? Oppure la vita loro vale meno?
Probabilmente sì, visto che ogni due per tre gli diamo fuoco.
Che può essere un modo per risolvere il problema, per carità...
È partita sta moda qua, purtroppo. Dar fuoco alle persone.
Come fossero bastoncini di incenso.
Se uno si annoia, appicca il fuoco
e poi se ne torna in birreria a ruttare con gli amici.
D’altronde il sudoku, il biliardo e i video games richiedono un minimo di cervello,
invece sventolare l’accendino no...
Anche a stare nella casa del Grande Fratello, un po’ si fatica,
capace che ti chiedono i nomi dei sette nani a memoria, per dire...
sono già delle belle prove di intelletto.

Invece, a girare con due fiammiferi e un po’ di benzina, basta un neurone.
No, perché nel cranio di questi deficienti due pensieri passano.
Il primo: «Se ho i soldi, minchia compro ».
Il secondo: «Se non ho i soldi minchia spacco qualcosa, picchio un gay,
do fuoco alle persone o stupro la compagna di classe.
Altrimenti come lo passo, tutto questo tempo inutile che mi si spiana davanti?».

Caro amico, amico mio carissimo: posso dirti?
Se non sai come passare il tempo, come svernare, fai una roba.
Legati i testicoli con un cordino e poi fai il tiro alla fune.
Vuoi dar fuoco a qualcosa? Ti consiglio i peli delle tue ascelle.
Mettiti la maionese sul pisello e poi dallo da mangiare ai piranha.
All’inizio dicono che si gode.

No, perché poi c’è la storia del branco, il branco... certo...
se non sono in tre o quattro non riescono a fare le cavolate...
In due magari hanno ancora la percezione, in tre o quattro invece... alè.
Ma il peggio sono i genitori.
Per i genitori sono sempre dei bravi ragazzi...
«Sì, mio figlio ha dato fuoco ad un barbone ma poi ha cercato di spegnerlo».
Ah beh, allora...
È un boy-scout, praticamente: mentre faceva un falò col barbone
cantava anche alelecicatonga, magari? Zitta, devi stare.
Perché per dar fuoco a qualcuno devi avere un tale vuoto dentro di secoli,
che la colpa è soprattutto tua.
Hai tirato su un testa di minchia, poi ce l’hai scodellato per strada.
Questa è la verità. Non è un bravo ragazzo.
È uno scervellato criminale, cara.
E tu come genitore dovresti insegnargli a vergognarsi.
E a consolarlo ci pensi poi quando è in galera: spero per più tempo possibile.


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